Un grande Progetto di Comunità in grado di interpretare la soluzione al paradosso che allontana costantemente, dal volere dei cittadini, il traguardo di fare di Matera una Città Bene Comune.
In questi giorni in cui ci interroghiamo su cosa accadrà “domani”, giorni in cui ognuno prova ad immaginare quale “nuovo ruolo” ricoprirà nella società post Covid-19, ci piace giocare con il più famoso paradosso del filosofo Zenone di Elea “Achille e la Tartaruga”, nel quale, secondo l’interpretazione di Aristotele, per quanto Achille fosse più veloce della tartaruga non sarebbe mai in grado di raggiungerla perché, nel tempo a lui necessario per raggiungere il luogo da cui la tartaruga fugge, la stessa avrà percorso altra distanza che Achille dovrà successivamente ricoprire e così via all’infinito.
Pare quasi di rivivere il percorso iniziato nel 2008 con il primo traguardo posto ad un decennio, poi spostato alla fine dell’anno da ECOC 2019, poi ancora una settimana per qualche Commissione Consigliare, sino a sperare nel giorno, mai raggiunto, di approvazione da parte del Consiglio Comunale del “Regolamento per la Cura, Rigenerazione e Gestione Condivisa dei Beni Comuni Urbani”.
Nel mezzo nasce e si sviluppa il Progetto Care For, e quindi raggiungere ma anche “prendersi cura” delle fragilità di una comunità che ha dimostrato ampiamente di voler essere protagonista del proprio futuro.
Viviamo tutti nel perimetro delle regole imposte dalla “distanza sociale” con il paradosso, che torna di attualità, di dover sottostare a regole che limitano la libertà di movimento proprio quando ci viene chiesto di prenderci cura delle cose a noi più care.
Allora si rende necessario riconfigurare tutto il sistema della sussidiarietà e della solidarietà. Virtualizzando persino il concetto di “fare massa critica” per costruire una solida base su cui erigere progetti che costituiranno il collante tra le azioni della politica dei decisori e le reali esigenze dei territori.
Bisognerà fare molta attenzione nell’interpretare i luoghi in cui far scaturire confronti sui massimi temi ed interrogativi che rappresentano l’attualità nel vivere quotidiano. Distinguere i piani di interazione dei saperi rispetto alla praticità delle volontà.
I primi mesi del 2020 sono da considerarsi sicuramente un duro banco di prova per un sistema paese già in forte difficoltà verso l’obbligo morale di provare ad accorciare le distanze in una società civile in grado di riconoscere lo stato di arretratezza di una fascia sempre più ampia di cittadini e luoghi, ma non in grado di assicurare le necessarie azioni di Responsabilità Sociale, per dirla con le parole di Papa Francesco “siamo così abituati «all’ambiente di inequità che ci circonda» che «confondiamo, senza accorgercene, il bene comune con il benessere, specialmente quando siamo noi che ne godiamo.”
Ed è proprio il richiamo alla Responsabilità Sociale che ci consente di definire il Progetto Care For come il sistema di certificazione del protagonismo dei cittadini nella direzione della gestione condivisa dei beni comuni per mezzo di un approccio culturale nuovo ed il sistema in grado di introdurre il concetto secondo cui la gestione di un processo di sviluppo possa essere soggetta a parametri di valutazione certi che ne identifichino in modo indiscutibile la bontà del risultato desiderato attraverso l’analisi delle peculiarità dell’ambiente su cui ci si intende confrontare, l’analisi delle diffuse volontà dei fruitori dei luoghi, l’analisi del rapporto rischio/opportunità delle scelte poste in discussione.
Questa è la nuova sfida che ci vedrà impegnati nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Azioni di coinvolgimento che consentano, come gli ora tanto famigerati test antivirus, di evidenziare le sacche di disagio “asintomatico” per provare ad immaginare e proporre, quale terapia che sfrutti le azioni che saranno poste in essere per la ripresa del paese, un nuovo Patto di Collaborazione tra Istituzioni e Cittadini.

Francesco Salvatore

Presidente Associazione Matera2019

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Care For il paradosso di fare bene il bene