Il titolo non è nostro, viene direttamente da un articolo di Francesco Alberoni sul Corriere online di lunedi 18 ottobre scorso. Il link è questo:

http://www.corriere.it/editoriali/alberoni/10_ottobre_18/alberoni_1092c244-da7c-11df-b6f8-00144f02aabc.shtml

A dirla tutta non è che Alberoni ci sia stato mai particolarmente simpatico, però questo “pezzo” è capitato in uno di quei momenti in cui, portando avanti con sforzo e passione un progetto, una visione, ci si pone delle domande, si riflette e ci si verifica e soprattutto si cerca di leggere anche in filigrana, se necessario, quello che il nostro sforzo produce: in noi e fuori di noi. Ed è così che questo articolo ha potuto sollecitarci non poco e spingerci anche a rilanciarlo come un tema “sensibile”, importante se non decisivo per una città che intende – oh si che lo vuole, e lo vuole fortemente – candidarsi a Capitale europea della cultura: una intenzione che è il bisogno di darsi un grande obiettivo condiviso, che è l’opportunità di mettere a valore i propri talenti, che la riscossa da certe forme oppressive di condizionamento, che è la rinuncia definitiva ad ogni forma di familismo amorale (1).


(1) la teoria del familismo amorale è illustrata ottimamente anche su wikipedia

Ecco perché chi ha talento oggi fa fatica a emergere

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