Come sempre accade nei momenti topici, la piazza si infiamma. Topico è il momento per Matera 2019, o forse dovremmo cominciare ad abituarci a dire Matera – Basilicata 2019. D’altra parte, la scelta di intitolare a Matera-Basilicata2019 sin dal sito web ufficiale questo percorso risale al 2010…

Lo abbiamo detto in merito al presidente della Fondazione e lo confermiamo anche per quanto riguarda il logo: no a operazioni di facciata, sì ad azioni di sostanza.

Abbiamo provato, in diverse occasioni, a far comprendere come le questioni legate a Matera 2019 (per noi sarà sempre e solo così) non siano semplici come le si vorrebbero fare apparire. Se volessimo leggere la sollevazione popolare in difesa del logo con l’onestà intellettuale dovuta, scopriremmo che si tratta di pura e semplice voglia di partecipare davvero, un sentimento di cittadinanza attiva fino a oggi represso in favore  di una “partecipazione finalizzata alla candidatura”, strumentale insomma, non legata a processi di coinvolgimento reali necessari a fare della candidatura “un volano per l’economia sociale” (parole nostre fin dal 2008) di un territorio depresso. Questa per noi è “sostanza”.

Gli organi della Fondazione hanno ridefinito le regole della Governance; ai cittadini viene comunicato che ci sarà un nuovo presidente che dovrà essere esterno alle principali cariche istituzionali, dunque dovremmo aspettarci un tecnico… E quel direttore della Fondazione, che uscirà inevitabilmente ridimensionato dal nuovo Statuto, che fa? Promuove un bando per cambiare l’immagine del percorso. E se il nuovo presidente avesse un idea diversa? Non sarebbe stato più logico che il nuovo management prendesse questa decisione? Quanto serve alla città e anche al fare chiarezza su governance, rapporti di forza istituzionali, e persino leadership territoriale la regola applicata del “facite ammuina”?

Nel merito, poi, la lettura puntuale del bando pubblicato (beninteso: lettura, e non presunzione di lettura come si evince da quello strumento di distrazione di massa che sono ormai i social) più che considerazioni di tipo grafico o peggio politologico, porta una considerazione ulteriore: come sarà valorizzato questo nuovo logo nell’interesse del territorio? I nostri artigiani, i nostri operatori ne potranno trarre un vantaggio competitivo? Sarà possibile riversare la contropartita economica dell’uso del marchio su progetti di sviluppo e di incremento dell’occupazione?

Ci piacerebbe approfondire quindi, nell’interesse esclusivo della città, i metodi con cui si opera per Matera 2019. Confronto con il territorio, trasparenza, buone pratiche?

La storia della città è in continua evoluzione, l’abbiamo raccontato molte volte ma altrettante volte abbiamo sottolineato come la stessa non possa prescindere dal legame con le proprie origini: non sarebbe coerente e responsabile rigettare una parte della storia che, invece, costituisce parte dell’identità della città. Ed è proprio in ragione di questo valore identitario che non si possono tradire le origini di quel percorso che oggi vede Matera (e non altri) come Capitale europea della cultura. Noi crediamo nella necessità di un “patto di collaborazione”, un nuovo modo di guardare alla vita sociale della città e della regione, un modo di sostanza e non di facciata: resta questa la prospettiva di Matera2019, e se tutta la regione ne trova beneficio, a noi sta bene.

La piazza si infiamma…

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